Duckduckgo Vs Google, quali sono le differenze?

Nextre Engineering
19/05/2021
Duckduckgo Vs Google, quali sono le differenze?

L’anatra contro il gigante del web

DuckDuckGo sfrutta le sue peculiarità sulla “privacy” per sfidare Google

Sfidare il gigante Google vi sembra una missione impossibile? Non per DuckDuckGo, il motore di ricerca alternativo, creato in Pennsylvania da Gabriel Weinberg.

Immaginiamo un’ipotetica battaglia DuckDuckGo vs Google e cerchiamo di scoprire tutti gli aspetti che li differenziano.

Innanzitutto, le dimensioni: il motore di ricerca della Pennsylvania conta un numero relativamente basso di persone, contrariamente a Google che ne conta diverse migliaia.

Proprio come per il gigante statunitense, anche in DuckDuckGo l’interfaccia è localizzata. E’ presente la funzione di auto-completamento della parola ricercata ed è anche possibile limitare la ricerca ai risultati provenienti dall’Italia. Assente, invece, la funzione di instant search propria di Google, che permette di vedere la pagina riempirsi dei risultati pertinenti mentre si sta ancora digitando il termine nella barra di ricerca.

DuckDuckGo utilizza le informazioni di crowdsourcing provenienti da altri siti, circa cinquanta, come ad esempio Wikipedia, con l’obiettivo di accrescere il numero dei risultati tradizionali e di migliorare la pertinenza della ricerca. Sotto questo aspetto, tuttavia, l’anatra ha un limite: Google, infatti, offre molte più informazioni per ricerche specifiche, specie nel caso dei percorsi di viaggio. Per altre tipologie di ricerche, tuttavia, il divario tra i due è del tutto insignificante.

DuckDuckGo, inoltre, filtra automaticamente tutti quei contenuti che presentano una quantità eccessiva di pubblicità, ritendendoli non utili allo scopo della ricerca di un potenziale utente. Proprio come Google, DuckDuckGo consente di effettuare ricerche vocali, d’immagini e video.

Duckduckgo Vs Google

La sfida decisiva si basa sulla privacy

Il perno centrale su cui DuckDuckGo impronta la sua identità, ruota sulla tutela della privacy dei suoi utenti: in sostanza, DuckDuckGo promette di non registrare alcuna informazione, nemmeno l’IP, e di utilizzare cookies solo qualora sia strettamente necessario. Questa peculiarità, oltre ad essere apprezzata da chi non vuole tracciare le proprie ricerche, evita anche che il motore di ricerca restituisca risultati ad hoc, sulla base delle ricerche precedenti, dando priorità all’uno o all’altro risultato, tenendo conto dei passati click, proprio come fa Google.

Un esempio pratico? Immaginiamo di digitare spesso su Google la parola “scarpe” e di scegliere frequentemente link che rimandano alle scarpe col tacco. In una successiva ricerca, “scarpe da sposa”, Google ci proporrà come primo risultato le scarpe da sposa col tacco, basandosi sulle precedenti ricerche; DuckDuckGo no, proprio perché non tiene traccia delle nostre ricerche.

Da un lato questo può essere uno svantaggio, poiché potremmo imbatterci in scarpe che non rispecchiano le nostre esigenze, dall’altro però avremmo un variegato mondo di scelte a nostra disposizione.

In riferimento alla tutela della privacy, il motore di ricerca di Weinberg, proprio come WhatsApp, si avvale della tecnologia end-to-end, grazie al sistema di comunicazione Tor (The Onion Router) che protegge i messaggi da “stati” di crittografia.

Nella battaglia DuckDuckGo vs Google, veniamo ora a indagare su un’altra importante particolarità del piccolo motore di ricerca: i bangs. Digitando il punto esclamativo prima della parola d’interesse, è possibile visualizzare la pagina diretta del sito in questione.

Digitando “!twitter”, ad esempio, verrete immediatamente indirizzati sulla home del celebre social. Esistono centinaia di bangs ed è possibile anche crearne di personalizzati.

Questa funzione, di per sé semplice, è abbastanza utile, poiché consente di effettuare ricerche in maniera immediata.

La sfida continuerà

Insomma, sfidare il gigante dei motori di ricerca non è certo una missione semplice, ma DuckDuckGo pare avere le carte in regola per provarci. La battaglia a colpi di privacy, DuckDuckGo vs Google, pare dunque molto interessante, non destinata a esaurirsi nel breve tempo.

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