Green coding: scopri cos’è il software sostenibile

Andra Gatu
30/05/2023
Green coding: scopri cos’è il software sostenibile

Negli ultimi anni il dibattito sul cambiamento climatico e sulla necessità di proteggere l’ambiente ha portato molte industrie a riconsiderare il loro impatto ambientale e a cercare soluzioni più sostenibili. Anche il mondo del coding e della programmazione non fa eccezione. 

Forse non lo sai, ma anche le pagine web generano emissioni di CO2. Alcuni strumenti online permettono di calcolare l’impronta ecologica dei siti web in base a diversi criteri.

Ecco quindi che sempre più sviluppatori si stanno interessando alla cosiddetta “green coding“, una pratica volta a ridurre l’impatto ambientale dei software.

Il green coding è una pratica di programmazione informatica che mira a limitare il consumo di energia necessario per eseguire gli algoritmi. 

Si tratta di una forma di green computing, che comprende anche altre iniziative volte a rendere più sostenibile il settore ICT. 

Il green coding si basa su due tipi di considerazioni: strutturali e comportamentali. 

Le considerazioni strutturali riguardano le misure energetiche relative ai blocchi di codice, mentre le considerazioni comportamentali si riferiscono al consumo di energia legato agli scenari di utilizzo del software, come inviare una mail o controllare i social network. 

Il green coding non è in contrasto con le buone pratiche di ingegneria del software, ma piuttosto una caratteristica integrativa e innovativa di esse. 

Infatti, molti programmatori cercano di scrivere codice efficiente e performante, utilizzando strumenti come la notazione Big O o linguaggi leggeri come Scala o Golang. Queste scelte hanno come effetto collaterale anche l’efficienza energetica. 

Tuttavia, il green coding è una sfida sempre più rilevante, vista la crescita esponenziale dei dati scambiati online e il loro costo ambientale in termini di emissioni di CO2. 

Il green coding è quindi un potente catalizzatore per le iniziative di sostenibilità nel mondo digitale, scopriamo insieme qualcosa in più. 

Cos’è il green coding

Il termine “green coding” si riferisce all’uso di pratiche di programmazione e sviluppo software che mirano a ridurre l’impatto ambientale delle attività di sviluppo software. Il green coding non è solo una questione di efficienza, ma anche di responsabilità sociale ed etica. 

Alcune delle best practices del green coding sono:

  • Scegliere linguaggi di programmazione e framework adatti al contesto e al problema da risolvere, evitando sprechi di memoria e di CPU;
  • Ridurre la complessità e la lunghezza del codice, eliminando le parti superflue o ridondanti;
  • Utilizzare algoritmi efficienti e performanti, che minimizzino il tempo di esecuzione e il numero di operazioni necessarie;
  • Ridurre la risoluzione e la qualità delle immagini, dei video e dei suoni, quando possibile, per limitare il trasferimento di dati via cavo o wireless;
  • Sfruttare le potenzialità del cloud computing e del machine learning, che possono ottimizzare l’uso delle risorse e il raffreddamento dei data center;
  • Preferire fonti di energia rinnovabili per alimentare i server e i dispositivi;
  • Adottare a livello organizzativo politiche e procedure che incoraggino lo sviluppo software sostenibile e soluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale.

Il green coding è quindi la nuova frontiera per lo sviluppo software che ci permette di conciliare innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. 

I vantaggi del green coding

Il settore ICT è infatti responsabile di una quota crescente delle emissioni globali di CO2 e del consumo energetico. La mole di dati scambiati online è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni, raggiungendo livelli da capogiro. Questo comporta un costo ambientale non trascurabile che potrebbe compromettere la sostenibilità del nostro pianeta.

Come possiamo allora contribuire a ridurre l’impronta ecologica del software? Il green coding ci offre alcune soluzioni pratiche che possiamo applicare sia nella fase di progettazione che in quella di esecuzione del codice.

I vantaggi sono molteplici, per tutti. 

Innanzitutto, il green coding permette di risparmiare energia e denaro. Un software ottimizzato consuma meno batteria, meno memoria e meno banda. Questo significa che richiede meno hardware, meno manutenzione e meno aggiornamenti. 

Inoltre, il green coding migliora la qualità e la sicurezza del software. Un codice pulito e semplice è più facile da leggere, testare e debuggare. Un codice complesso e disordinato invece è più soggetto a errori, bug e vulnerabilità.

Ma il green coding non è solo un vantaggio per l’ambiente, lo è anche per gli sviluppatori e gli utenti. Un codice più pulito e leggero migliora infatti la qualità del software, la sua manutenibilità e la sua usabilità. 

Quindi il green coding è un vantaggio competitivo sul mercato. Un software ecologico può attrarre più utenti e clienti, che sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali. Un software ecologico può anche differenziarsi dalla concorrenza e creare una reputazione positiva per il brand. 

Trovare un compromesso tra obiettivi aziendali e ambientali

Abbiamo detto che il green coding è una risorsa per tutti. Ma cosa accade all’interno delle aziende? È possibile trovare un compromesso tra obiettivi aziendali e ambientali? Perché a volte gli uni sembrano escludere gli altri. 

La risposta è , ma non è facile. 

Il green coding richiede una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte dei programmatori che devono tenere conto di diversi fattori quando scrivono il loro codice come la lunghezza, la complessità, l’efficienza, la portabilità e la scalabilità. Inoltre, il green coding implica anche una scelta oculata delle tecnologie, delle piattaforme e dei servizi da utilizzare, preferendo quelli che hanno una minore impronta ecologica.

Il green coding può anche essere un fattore di differenziazione e di attrazione per i talenti, che sempre più spesso cercano di lavorare in aziende che condividono i loro valori ambientali.

In generale, è importante sensibilizzare e formare i colleghi e i clienti sul tema del green coding e dei suoi benefici.

L’adozione di pratiche di green coding può contribuire a ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas a effetto serra, che possono avere un impatto negativo sull’ambiente. Ma allo stesso tempo l’implementazione di queste pratiche può anche portare a benefici aziendali come il risparmio sui costi energetici e l’aumento dell’efficienza operativa. Può quindi aiutare le aziende a trovare un equilibrio tra la realizzazione degli obiettivi aziendali e la promozione della sostenibilità ambientale.

Il green coding è una sfida ma anche un’opportunità per i programmatori e le aziende che vogliono contribuire alla salvaguardia del pianeta. A patto che non venga visto come un limite o un impedimento, questo è molto importante. 

Il serverless computing

Il serverless computing è un modello di sviluppo cloud nativo che permette agli sviluppatori di creare e rendere eseguibili le applicazioni senza dover gestire i server, o meglio, i server vengono utilizzati ma sono astratti dallo sviluppo delle app. 

Questo significa che gli sviluppatori non devono preoccuparsi di assegnare le risorse, configurare l’infrastruttura, applicare le patch di sicurezza, scalare le prestazioni o monitorare lo stato dei server. Tutte queste attività sono delegate al provider di servizi cloud, che si occupa di fornire la capacità computazionale necessaria in base alla domanda e di fatturare solo per il tempo effettivo di esecuzione del codice.

Il serverless computing offre numerosi vantaggi sia per gli sviluppatori che per le aziende. 

Innanzitutto, permette di aumentare l’agilità e la velocità di rilascio delle applicazioni, in quanto gli sviluppatori possono concentrarsi sulla logica di business e sul valore aggiunto per i clienti, senza dover perdere tempo con le operazioni di gestione dell’infrastruttura. 

Inoltre, il serverless computing consente di ottimizzare i costi e le risorse, in quanto si paga solo per il consumo effettivo e si evita lo spreco di capacità inutilizzata. 

Infine, il serverless computing favorisce la scalabilità e la resilienza delle applicazioni, in quanto queste possono adattarsi automaticamente ai picchi di traffico e alle variazioni della domanda, senza rischiare interruzioni o degradazioni delle prestazioni.

Il serverless computing può quindi avere a che fare con il green coding in quanto riduce il consumo di energia necessario per eseguire il software. Infatti, il serverless computing consente di pagare solo per le risorse effettivamente utilizzate dall’applicazione e di scalare la capacità in base alla domanda. Inoltre, il serverless computing spinge i programmatori a migliorare l’efficienza del codice, poiché la fatturazione dipende dal tempo di esecuzione.

Stiamo quindi parlando di una tecnologia innovativa e promettente che offre numerosi vantaggi per lo sviluppo e il deployment delle applicazioni nel cloud. 

La filosofia del green coding

La filosofia del green coding a livello europeo e mondiale è quella di promuovere una programmazione informatica responsabile e sostenibile, che tenga conto dell’impatto ambientale del software e dei consumi energetici ad esso connessi. 

Tutto il settore digitale e tecnologico si sta mettendo al servizio degli obiettivi dell’Agenda 2030 con l’intenzione di promuovere un’innovazione tecnologica sostenibile.

Il green coding si basa su criteri di efficienza, qualità e innovazione, che non sono in contrasto con le buone pratiche di ingegneria del software, ma piuttosto una caratteristica integrativa e distintiva di esse.

Ti ricordiamo che il green coding è parte del green computing, che comprende anche altre iniziative volte a rendere più sostenibile il settore ICT come l’uso di energia da fonti rinnovabili, la riduzione dell’obsolescenza e la gestione dei rifiuti elettronici. Questa filosofia è sostenuta da diverse organizzazioni pubbliche e private a livello europeo e mondiale, come la European Green Digital Coalition, la Greensoftware Foundation e la IBM.

Inoltre, sono state sviluppate, e continuano a essere sviluppate, diverse iniziative e organizzazioni a livello internazionale per promuovere il green coding e la sostenibilità nel settore tecnologico. 

Ad esempio, il Green Grid, un’organizzazione no-profit che si occupa di promuovere l’efficienza energetica nei data center, e l’Energy Star, un programma gestito dall’agenzia americana per la protezione dell’ambiente (EPA) che promuove l’efficienza energetica nei prodotti informatici e di telecomunicazione.

Conclusioni

Arrivati a questo punto abbiamo capito cos’è il green coding e perché è importante per ridurre l’impatto ambientale del settore ICT

Speriamo di averti convinto che il green coding non è solo una moda o una questione etica, ma anche un vantaggio competitivo per le aziende che vogliono innovare e ottimizzare le proprie risorse. Il green coding può infatti migliorare la qualità del software, la soddisfazione dei clienti e la reputazione sul mercato.

Se vuoi rendere il settore ICT della tua azienda più sostenibile, puoi affidarti al team di professionisti della nostra Software House Nextre Engineering. Ti aiuteremo a progettare e realizzare soluzioni software eco-friendly, seguendo i principi del green coding e utilizzando le tecnologie più avanzate.

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