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Spring Boot è la soluzione più semplice per programmare e testare applicazioni su piattaforma Spring, producendo stand-alone App eseguibili in JAVA.
Ormai è un dato di fatto che i micro servizi sono l’ultima frontiera per gli sviluppatori esperti e chi non se ne occupa con il dovuto interesse e l’atteso livello di competenza è fuori dal mercato. Per svecchiare e svecchiarsi il passo è breve. Non semplice e immediato, ma breve e alla portata di tutti soprattutto se si supera quella fisiologica incertezza iniziale. Perché, in ultima analisi, di un salto vero e proprio si tratta: dall’applicazione monolitica di stampo tradizionale ad una serie incommensurabile di tante piccole applicazioni che ne fanno le veci in tutto e per tutto.
Quando ci si riferisce ai micro servizi nell’universo Java, Spring spicca come un punto di riferimento che dà garanzie a chi pretende una qualità superiore. Non per altro, Spring Cloud per Java è diventato nel giro di qualche anno un framework di spessore indiscusso. Spring Boot, dal canto suo, ha impiegato poco meno di tre anni per rilanciare Spring nel mondo Java EE. È lampante, ed anche ampiamente condiviso, che Spring Boot è lo strumento più azzeccato per creare gli infiniti micro servizi in Java. In effetti Spring Boot facilita la creazione delle applicazioni dette stand alone, che altro non sono se non il fondamento dell’architettura a micro servizi. Tali applicazioni, ridotte nelle dimensioni e nella complessità, hanno un dominio notevolmente ridotto e svolgono una funzione minimale o più funzioni comunque analoghe e correlate tra di loro.
I framework Spring e J2EE (Java Enterprise Edition) sono tra i più utilizzati dai programmatori che necessitano di un solido nucleo di funzioni Java. Nell’ultimo decennio la piattaforma Spring ha mantenuto un buon numero di utenti fra sviluppatori e programmatori ma, gradualmente, il suo livello di facilità di accesso al bouquet di funzioni è stato superato da altri framework web-oriented come Grails.
Spring ha mantenuto una quota significativa, grazie alla presenza di applicazioni di non recente sviluppo che necessitano di aggiornamenti e modifiche. La release è stata fatta proprio allo scopo di permettere di sfruttare in maniera più consistente e semplice tutto il potenziale delle librerie Spring, su programmazione e testing di App Java. Le applicazioni Spring based possono essere avviate tramite Spring Boot, garantendosi un paniere di funzionalità e di possibili configurazioni di default dell’ambiente, che aumentano sensibilmente la semplicità di impiego del nucleo Spring. Il plugin non necessita di codice o di configurazioni XML.
Per produrre e testare in ambiente Java App, Spring Boot è il modo più semplice ed immediato. Lavorare su Spring diventa una passeggiata di piacere grazie alla produzione delle celeberrime stand alone app eseguibili in Java. Per accaparrarsi le lusinghe di sempre più programmatori e sviluppatori, i framework Spring e J2EE la fanno ancora da padrone anche se alcuni tra gli web oriented hanno iniziato ad insidiare la facilità di accesso alle funzioni dimostrandosi una valida alternativa.
Ed ecco, allora, che la release è stata concepita a sommo scopo: quello di ottenere il massimo dal potenziale delle librerie di Spring in termini di consistenza e semplicità di esecuzione. Con Spring Boot, possono essere avviate tutte le applicazioni di Spring, le relative funzionalità e le conseguenti possibilità di configurazione di ambiente. Un approccio che, senza ombra di dubbio, esalta la semplicità d’uso, tanto più che il plug in non richiede codici o configurazioni XML di sorta. Spring è alla portata della maggior parte di tutti coloro che vi si cimentano, anche per la prima volta, pur non essendo una piattaforma prettamente visuale.
Nonostante questo, Spring Boot consente un approccio funzionale al frame-working Spring più immediato per non dire user friendly. Gli estimatori di Spring Boot non mancano di dimostrare tutto il loro gradimento per la possibilità di creare dei pacchetti JAR con server di tipo embedded, considerando questa operazione una vera e propria rivoluzione del mondo Java.
Un progetto Spring Boot risolve, in maniera intelligibile ed efficace, una serie punti critici che Spring lasciava a dir poco approssimati.
La prima questione che affronta con successo è l’individuazione delle librerie di Spring che debbono essere importate per sfruttare le diverse funzionalità del framework, come ad esempio Spring Data, Integration o Social. In secondo luogo, in diretta connessione con il primo punto, è la versione delle librerie che deve essere utilizzata. Un terzo aspetto, anch’esso importante e meritevole delle dovute attenzioni, è la stesura del codice per il bootstrap di Spring.
Inoltre, individuare e configurare tutti i bean destinati ad essere gestiti dal framework. Spring Boot, in un colpo solo, risolve tutte le questioni viste sopra con rimarchevole efficacia.
Per creare un progetto è possibile utilizzare l’applicazione Spring Inizializer che si trova sul sito https://start.spring.io. Dopo che nel browser è stata caricata la pagina, è consigliabile visualizzare la versione completa grazie al link relativo che si trova in basso nella pagina. L’applicazione può essere configurata con i valori di default, quelli che suggeriscono un progetto Maven con la versione più idonea. I campi da riempire sono: Gruppo, Artefatto, Nome, Descrizione e Nome del Packaging. In questo ultimo campo, occorre scegliere War, l’estensione del file di web application che contiene il progetto.
Nei campi Java Version e Language vanno inseriti rispettivamente i valori 1.8 e Java. Il Generate Project è il trampolino di lancio anche per il download del progetto in una directory di appoggio.
Come da tutorial, lo step successivo è quello della determinazione delle Project Dependencies, ciò che in effetti genera il nuovo progetto Spring Boot. L’ultima versione del STS, la 3.9.0, facilita ulteriormente la creazione del nuovo progetto. Delle varie fasi che Spring Boot prevede nel suo iter, la scelta delle dipendenze tra le varie disponibili è senza dubbio la più importante in quanto la piattaforma può generare varie tipologie di micro servizi con funzioni diverse.
Gli elementi del progetto sono essenzialmente 4: l’avvio e la configurazione primaria del progetto, le proprietà e le configurazioni, il test di base e il file XML contenente le configurazioni di Maven per il progetto. Per la creazione di progetti EE anche complessi, Spring è un framework utile, facile ed in grado di evitare l’insorgere di vari problemi che possono complicare la vita di un programmatore.
La sua fase di configurazione non è da considerarsi propriamente intuitiva. In relazione alla complessità, tutti gli addetti ai lavori saranno costretti a vedersela con le difficoltà per individuare le dipendenze, valutare versioni e compatibilità. Spring Boot può dare una mano decisiva in tutto questo. Affidarsi a chi è in grado di fornire tutte le competenze e gli strumenti necessari per farlo è il primo passo per risolvere il problema di lavorare in Java.
Sebbene non sia propriamente una piattaforma visuale, la soluzione opensource Spring Boot permette di avere un approccio molto più semplice alle funzioni del framework Spring.
Il lancio del framework su una porta (8080) avviene attraverso una riga di comando e la funzione consente di testare efficacemente applicazioni web in Java e di utilizzare script Groovy. Su testing e debug, Spring Boot ha molte analogie con il plugin Maven Jetty, anch’esso largamente impiegato dagli sviluppatori Java. Utilizzando Spring Boot, inoltre, è possibile creare applicazioni indipendenti in formato JAR, complete di un server Tomcat, Undertow o Jetty embedded. Non c’è necessità di impiegare file WAR, anche se resta ancora disponibile la funzionalità per compilare file tradizionali in formato WAR.
L’opportunità della creazione di pacchetti JAR con embedded server genera una piccola rivoluzione nel mondo Java, soprattutto in ambito gaming App. La configurazione di default dell’ambiente Spring che il Project Spring Boot lancia in fase di avvio è, in assoluto, tra le sue features più apprezzate, in quanto permette una rapida preparazione del framework e un notevole risparmio di tempo.
Spring è un ambiente di lavoro molto utile, ma sfruttarne tutto il potenziale può essere dispendioso in termini di tempo e, in alcuni casi, non possibile per sviluppatori che non hanno maturato una consistente esperienza con questo framework.
Il plugin rende molto più semplice la creazione di stand-alone App e il loro testing. Il progetto è ancora in rapida evoluzione e viene continuamente aggiornato. Sebbene, al momento, siano ancora pochi gli sviluppatori che lo utilizzano su complessi lavori professionali, sono invece in tanti a sperimentare il suo potenziale, creando e testando applicazioni personali. I file necessari al funzionamento di Spring Boot e una guida sono disponibili nella sezione Projects del sito ufficiale Spring. Cominciare ad utilizzarli può rivelarsi un concreto vantaggio, per fare rapidamente esperienza su un progetto destinato ad avere successo.
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